Sandro Bini , Sabwithcat (Scansione da vintage print anni '90) |
Forse oggi come oggi non sarebbe del
tutto inutile ricordare che “fare il fotografo” significa fare le fotografie!
Ovvero trascorrere una buona parte del proprio tempo sopratutto a fotografare ed andare a fotografare, e non a ritoccarle sul computer, nel tentativo (spesso
vano) di renderle più belle, o a postarle sui social. In questa antica visione
del mestiere la fotografia può essere interpretata come l’osso di un cane
randagio che ha lungo scorrazzato per il mondo, o di un addestratissimo cane da
riporto pronto a catturare le storie, oppure la visione più sorniona e distaccata di un gatto randagio o da
salotto pronta per essere restituita al mondo in immagine. Non sorprende quindi l’amore e
la predilizione per i cani e/o per i gatti di tanti fotografi. Per i primi basti
pensare a Koudelka, Scianna, Moryama, Erwitt; per i secondi a Van Der Elsken,
Petersen, Araki.... Esiste uno stile felino e uno canino nella fotografia? E se si
in che cosa si differenzia e sostanzia? E come potrebbe essere riconoscibile?
Sarebbe divertente incasellare per gioco fotografi noti e meno noti in questa
ipotetica divisione animalfotografica. Come sempre lascio volentieri il divertimento e il gusto a chi segue
queste mie pagine!
1 commento:
Stephen Shore: felino
Avete presente quando i gatti mantengono uno sguardo fisso nel nulla e non staccano gli occhi da quel vuoto che per loro sembra essere ricco di significato?
Allo stesso modo le fotografie di Stephen Shore indugiano su pezzi di realtà che sembrano non avere nulla da dire. Scene statiche quotidiane che spesso lasciamo da parte. E che invece potrebbero dare molti spunti al nostro sguardo.
Me lo immagino così Shore, come un gatto sotto una macchina che osserva, scruta...e trova.
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