mercoledì 16 ottobre 2013

Una nuova via? La postproduzione come remix


Sandro Bini - Gennaio 2010

Se ragioni sociali, di comunicazione, e di mercato portano ultimamente a una svalutazione della forza contrattuale dei fotografi nella comunicazione visiva, nuove figure professionali prendono la ribalta: curatori, blogger, critici, photoeditor e postproduttori. Su quest’ultima categoria avrei qualche riflessione e domanda da fare. Se è sacrosanto riconoscere e accreditare per ogni tipo di pubblicazione la loro professionalità, e se è vero come dice Fred Richtin che il fotografo digitale è “il disc jokey visivo del postmoderno”, seguendo un po’ quanto successo e accade nel mondo musicale mi domando: sarà possibile vedere in futuro (o magari ci sono già dei casi in giro che vi prego di segnalare),  una versione “remix” di un lavoro fotografico?  Magari da parte dello stesso fotografo o di un altro fotografo-postproduttore? Sarebbe plausibile, legittimo, auspicabile una versione fotografica "riposprodotta" magari per un classico della fotografia, ovviamene con il consenso dell'autore? O magari due o più versioni di uno stesso progetto con una versione "remixata" dello stesso o di un altro postproduttore? Potrebbero essere in questo modo rivelate potenzialità estetiche e di contenuto inespresse di un progetto? Potrebbe essere un modo di rilanciare autori e professionalità? O sarebbe solo una furbata di mercato? Mi piacerebbe davvero sapere come la pensate e sviluppare una discussione sul tema.