martedì 23 luglio 2019

Saper osservare: la fotografia (anche e non solo) come riconoscimento di un'arte involontaria


Sandro Bini > Satallite of Love / Summer 2019

E' stato tradotto da poco in italiano un piccolo e prezioso saggio del 1997 di Gilles Clèment, Breve trattato sull'arte involontaria (Quodlibet 2019) che ancora non conoscevo. Gilles Clèment, studioso conosciuto soprattutto da paesaggisti, architetti, urbanisti e fotografi, per l'altro preziosissimo scritto Il Manifesto del Terzo Paesaggio (2005), introduce così questo suo excursus sull'arte involontaria, corredato da disegni, mappe, fotografie:

"Per chi sa osservare tutto è arte, la natura, la città. l'uomo, il paesaggio, l'atmosfera, ciò che chiamiamo umore, e, infine soprattutto, la luce. Peraltro tutti conoscono l'arte degli artisti, quella firmata (...). Esiste tuttavia un luogo indefinito nel quale si incrociano il dominio elementare della natura - le contingenze - e il territorio marcato dall'uomo. Questo terreno di incontro produce figure che sono al tempo stesso lontane dall'arte e vicine, a seconda delle definizioni che se ne danno.  Per quanto mi riguarda, considero come arte involontaria il felice risultato di una combinazione, imprevista di situazioni o di oggetti organizzati conformemente alle regole d'armonia dettate dal caso."

Non scopro certo niente di nuovo ribadendo il fatto che una parte dell'arte fotografica filo duchampiana (con la quale simpatizzo) consista soprattutto nell'attesa, nella rivelazione e nel riconoscimento di questo tipo di artisticità involontaria, ovvero nel saper osservare quello che più o meno improvvisamente e inaspettatamente la realtà ci presenta o ci chiama a guardare in maniera misteriosa. Ma questo libretto di Clèment mi sollecita e mi conforta, confermando che sono i doni del caso (cari ai dadaisti, ai surrealisti, ai situazionisti, agli esploratori vecchi e nuovi) quelli, almeno per me, più interessanti da riconoscere e conservare in inmmagine. Saper osservare è dote naturale e culturale (poetica, rabdomantica, visionaria) da coltivare e da sviluppare nel tempo, tramite l'esercizio dello sguardo, del disegno, della scrittura, e perchè no anche della fotografia.