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Ph. Sandro Bini, Fo(u)r Sara (2011). |
Dicono che con il digitale la fotografia sia morta, al suo posto l’effimero, instabile e incerto regno dell’immagine. E in effetti se per fotografia intendiamo “un pezzo di carta stampata” non se la passa molto bene…. In quanti oggi stampano e incollano su un album le foto delle vacanze? Per non parlare della crisi dell’editoria (quella stampata) sempre più orientata a rivolgersi al Web. Certo, a livello più alto, rimane qualche produzione per le gallerie e i musei, o qualcuno che tiene ancora in salotto la foto incorniciata del giorno del matrimonio, ma rispetto ai milioni di fotografie scattate ogni giorno, scaricate e condivise on line nei socialnetwork in che misera percentuale? Ma davvero la Fotografia si identifica esclusivamente in un pezzo di carta stampata? Non è fotografia l’immagine digitale del compleanno di Luigino postata su Facebook e condivisa coi nostri amici e di cui non faremo mai una stampa? Guardando a ritroso (nella storia della fotografia) mi sa tanto che stia solo cambiando ancora una volta di tecnologia (dall’analogico al digitale) e di supporto (dalla carta d’argento agli schermi) rimanendo sostanzialmente sempre se stessa. Certo la cosa, come sempre e come già ampiamente vediamo e sappiamo non è non e sarà priva di conseguenze per la sua storia e per il suo futuro. E infatti magari oggi la foto in salotto fa luce da una bella cornice digitale. Ma davvero pensiamo che la sua funzione sociale, affettiva, documentaria si sia trasformata in questo passaggio, insomma che non si tratti più di una fotografia ma di qualcos’altro?