giovedì 19 maggio 2011

Lassativi e ansiogeni: socialnetwork e fotografia

Sandro Bini, Streetgallery, Firenze 2010
Concordo pienamente con chi sostiene che la vera rivoluzione della fotografia digitale sia nella pratica sociale di condivisione on line sui socialnetwork. L’album di famiglia formato web! A questo proposito possiamo parlare di un vero e proprio effetto lassativo dei socialnetwork sulla produzione e condivisione di immagini e non solo a livello fotamatoriale. Mi spiego meglio. Un tempo quando le immagini si potevano solo stampare, sull’album di famiglia, in mostra, o sul libro andavano solo le più importanti, magari a molta distanza di tempo dagli scatti. Adesso ci troviamo a fare i conti con 150 immagini di un concerto postate dall’amica rokkettara o le 100 di una gita al mare della cugina Lina…. Con effetto quotidiano e reiterato molto simile (chi è un po’ più datato se lo ricorderà) alle “memorabili” serate a casa degli amici di visione delle “loro” diapositive al ritorno delle vacanze (sigh!). All’effetto lassativo dei Social network sulla produzione di immagini (la scelta dell’aggettivo è puramente ironico-funzionale, ovviamente non tutto ciò che viene scaricato e condiviso è cacca, anzi si vedono spesso delle ottime cose), aggiungerei anche il loro effetto ansiogeno sulla pratica fotografica. Nella maggioramza dei casi infatti appena scattate le foto vanno immediatamente scaricate e condivise su Facebook o su Flicker ecc, senza darsi il minimo tempo di selezionarle e organizzarle, insomma come il pesce le foto vanno “consumate” fresche. Ma attenzione, a questo trend imperante è subito nata l’alternativa snob ed elitaria: non si posta per niente (la scelta praticata da molti professionisti) o si posta, per motivi puramente "promozionali", solo qualche immagine, magari con un pò di delay. Inutili tentativi di resistenza? I soliti fotografi snob che “se la tirano”? Ma quale strategia di pubblicazione e condivisione on line può incuriosire di più e dare migliori risultati? Nonché garantire migliore qualità alle nostre immagini? Su dai, pensiamoci! Il dibattito è aperto!