Sandro Bini > I Confini della Città - Argingrosso 2002 |
Dopo un bel po’ di tempo torno a scrivere su questo mio
blog, che tanto mi ha dato come spazio di riflessione ed elaborazione personale e spero forse
qualcosa anche a qualcuno che nel tempo lo ha letto, seguito e magari commentato. Il Blog non ha
mai avuto una pubblicazione cadenzata e costante. Ma va bene così!
Questo articolo, il cui titolo parafrasa un celebre saggio sulla fotografia a me caro,
nasce dall’urgenza di caldeggiare la necessità di una strategia politica nella
propria pratica fotografica e culturale. Non avendo ambizioni o forse strumenti
per posizionarmi su un piano generale, farò anch'io per una volta il "tiramulisnita" raccontandovi del caso Deaphoto Associazione Culturale della quale sono il fondatore e il Direttore da più di
sedici anni.
Con Deaphoto abbiamo scelto una posizione defilata, se
vogliamo un po' autarchica e underground. Abbiamo scelto di essere fuori "dai giri
giusti", dai grandi nomi, dalle clientele politiche, dai favori di scambio, dalle
mode, dai trend. Portiamo avanti con dedizione e costanza da sedici anni la nostra ricerca che può
piacere o meno ma che credo abbia motivazioni autentiche e profonde. Siamo sempre stati aperti
al dialogo, allo scambio, alle collaborazioni con chi condivide le nostre
scelte e le nostre visioni. Siamo disponibili a lavorare duramente
controcorrente, ma con qualità, per difendere la nostra idea di fotografia "popolare"
e divulgativa, contro le visioni elitarie e autoreferenziali dei pochi, a favore di visioni sociali aperte e accessibili a tutti. In quanto crediamo nella fotografia come formidabile strumento culturale di relazione e di conoscenza, nella didattica abbiamo portato avanti una
strategia low cost per rendere possibile a tutti la partecipazione ai nostri
corsi e workshop nella speranza di rendere più comprensibile al maggior numero di persone possibile la complessità del
linguaggio fotografico. Nella progettualità ci occupiamo soprattutto del
territorio e della sua socialità
privilegiando le aree periferiche e marginali, dando vita a progetti
pluriennali molti dei quali ancora in corso. Dal 2010 pubblichiamo un webmagazine Clic.hè per dare spazio alle visioni
degli altri fotografi che, sollecitati su specifici temi di ricerca a noi cari, tanto ci hanno insegnato. Da otto anni promoviamo l’editoria
fotografica con le “Scritture di luce” e diamo spazio alle voci dei fotografi
con “Parole di luce”, il nostro programma radio, o incontrandoli di persona
alle “Colazioni con i fotografi, esperienze entrambe giunte alla loro terza edizione. Speriamo in questo modo di aver contribuito alla cultura
fotografica e alla sua divulgazione fra la gente e di aver reso per questo un
servizio alla collettività. Con tutti gli strumenti con cui nel tempo e con tanto lavoro ci
siamo dotati pensiamo di continuare ancora con lo stesso spirito divulgativo e di approfondimento che fin qui ci ha guidato e di incontrare e confrontarci con chi sarà interessato alle
nostre iniziative.