Sandro Bini - Gennaio 2010 |
Se ragioni sociali, di
comunicazione, e di mercato portano ultimamente a una svalutazione della forza contrattuale dei fotografi nella comunicazione visiva, nuove figure professionali prendono la ribalta:
curatori, blogger, critici, photoeditor e postproduttori. Su quest’ultima
categoria avrei qualche riflessione e domanda da fare. Se è
sacrosanto riconoscere e accreditare per ogni tipo di pubblicazione la loro professionalità, e se è vero come dice Fred Richtin che il
fotografo digitale è “il disc jokey visivo del postmoderno”, seguendo un po’ quanto
successo e accade nel mondo musicale mi domando: sarà possibile
vedere in futuro (o magari ci sono già dei casi in giro che vi prego di
segnalare), una versione “remix”
di un lavoro fotografico? Magari da
parte dello stesso fotografo o di un altro fotografo-postproduttore? Sarebbe
plausibile, legittimo, auspicabile una versione fotografica "riposprodotta" magari per un classico della
fotografia, ovviamene con il consenso dell'autore? O magari due o più versioni di uno stesso progetto con una versione "remixata" dello stesso o di un altro postproduttore? Potrebbero essere in questo modo
rivelate potenzialità estetiche e di contenuto inespresse di un progetto?
Potrebbe essere un modo di rilanciare autori e professionalità? O
sarebbe solo una furbata di mercato? Mi piacerebbe davvero sapere come la
pensate e sviluppare una discussione sul tema.