Sandro Bini, da "Lo Schermo dell'Ombra" (1995-1998) |
Di questi ultimi giorni
ritrovamenti di rullini fotografici nei ghiacci e in altri luoghi ameni. La
fotografia analogica tuttora praticata da tanti appassionati, nostalgici e meno,
per motivi etici ed estetici interessanti da dibattere, diventa improvvisamente
archeologia con novelli Indiana Jones che partono in missione
per ritrovare il Santo Gral del Fotografico: il rullino scattato e mai
sviluppato, oggetto culto per una (ri)scoperta del mistero dell’Immagine
Latente ai tempi del digitale. Improvvisamente il suo ritrovamento in cantina o
in un cassetto diventa una moda. Come mai questo rinnovato interesse
archeologico per la fotografia ai sali d’argento? Come mai il ritrovamento di
un rullo diventa notizia? Sarebbe interessante interrogarsi su cosa nasconda
questo passaggio dell’analogico dalla storia alla preistoria della
fotografia digitale: strategie di mercato per un suo imminente ritorno, o la
consacrazione anticipata della sua definitiva fine?