Sandro Bini, Florence City Centre - Fashion system is dead (2010) |
Sollecitata dalla beneamata industria fotografica (leggi mercato mirrorless) imperversa da diversi anni la moda della Street photography con gli infiniti, estenuanti dibattiti sulla sua molteplice e camaleontica identità. Una idenìtà così sfuggente e mutante da far dubitare qualcuno che essa possa davvero esistere...
Stabilito che per il sottoscritto il genere in fotografia esiste ma non è una gabbia, quanto piuttosto un ambito di riferimento culturale, con le sue molteplici declinazioni e sfumature, la sua storia e le sue evoluzioni, ci sono e resistono di fatto nel panorama Street di oggi schieramenti, forse veri e propri partiti e correnti: i puristi spontaneisti (con le varianti candid, indiscrezionale e relazionale), i dogmatici filosofico-fondamentalisti (che dettano regole, stili, paletti e ambiti precisi di realizzazione), e infine le avanguardie postmoderniste che contaminano "pericolosamente" (per i più ortodossi) la tradizione della fotografia di strada con la progettualità, la posa, la messa in scena, la luce artificiale, salvo accorgersi poi che Doisneau e altri già negli anni '50 se non prima avevano fatto posare i modelli e avevano messo in scena alcuni dei loro più famosi scatti di strada. Ognuno di questi schieramenti pare quasi sempre sicuro del fatto suo e le polemiche "tiramuliniste" sono inevitabili in quanto orientano il mercato dei workshop e la reputazione social dei vari gruppi e influencer del settore.
In tutto questo il vostro "Fotodidatta" che ha letto Pirandello, ovviamente non fa eccezione, ma nel tempo ha sempre cercato di comprendere e studiare questo relativismo di opinioni e di operatività, considerando con grande interesse le politiche e gli atteggiamenti che caratterizzano il dibattito e la pratica della Street photography, cercando quindi di offrire ai propri studenti una panoramica completa e sempre inclusiva di quelli che sono i differenti orientamenti storici e contemporanei, non stabilendo gerarchie e verificando sul campo che non ci sono approcci giusti o sbagliati, ma solo operatività differenziate, che ogni fotografo è in grado autonomamente di scegliere, interpretare o addirittura inventare, a seconda della propria indole, della propria visione e della propria cultura.
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