lunedì 24 febbraio 2014

Una specie di ritorno: la fotografia fra "rimorso" e "rimosso"



Sandro Bini, Senza titolo, Ottobre 2013

Tutto perfetto la luce, la forma, l’istante, ma la batteria è finita o la pellicola e a fondo corsa, oppure non ce la faccio proprio per tanti motivi a scattare in una determinata situazione emotiva (dolore, stress, angoscia o quant’altro). La foto è irrimediabilmente perduta, quell’irripetibile istante non potrà piu ripetersi, è definitivamente andato. Al "rimorso fotografico" sopradescritto fa da contrappunto il suo "rimosso": ciò che il fotografo ha scattato ma che in fase di editing accantona subito con sicurezza perché ritiene inadatto, banale, non funzionale  Nella mia esperienza didattica in fase di editing ho una procedura istintiva e collaudata: partire dalla revisione e valutazione degli “scarti”, magari ovviamente per confermali, spesso però capita di  recuperarli e che siano estremamente "funzionali" nella costruzione del percoso visivo. Non mi interessa tanto la valenza psicologica e terapeutica del “rimosso fotografico” quando la speciale qualità visiva (non saprei definirla in altro modo) che spesso "sento" in quegli scarti recuperati. Ecco mi piace pensare che il “rimorso fotografico” di non aver potuto o voluto fare quella determinata foto a volte ritorni in qualche modo in una sorta di mood visivo come  “rimosso” in qualche foto che abbiamo fatto e vorremo subito eliminare. E’ una attenzione speciale che consiglio a tutti di sperimentare, giusto per vedere cosa può capitare....