martedì 22 marzo 2016

Immaginazione & flusso: piccola riflessione sui limiti del fotografabile nell'epoca digitale



Sandro Bini, Senza titolo, Aprile 2015

Ok lo abbiamo affermato e verificato. La vera "rivoluzione digitale" in fotografia è quella connessa alla rete e alla diffusione degli smartphone: ovvero la condivisione immediata che alimenta costantemente il flusso di immagini sui social. Ma con la marea di immagini che come uno tzunami gonfia a dismisura questa ondata iconica i limiti del fotografabile si sono davvero ampliati o addirittura dissoltì? O si sono solo resettati in base alla facilità ed economicità della produzione e della condivisione? A parte i noti e comprensibili limiti di censura di molti social, credo che con il "flusso" il fotografabile si sia sicuramente ampliato, ma non siamo ancora alla "foresta democratica". Tendenzialmente a livello di massa si fotografa e si condivide ancora quello che ci fa sembrare fighi e felici come nei precedenti decenni analogici. Anzi sembra quasi che lo scopo principale oggi sia soprattutto quello di suscitare invidia negli altri (lo battezziamo questo fenomeno?). Certamente il repertorio si è parecchio ampliato, non solo i compleanni, le gite e le vacanze, ma anche le cene e gli acquisti, i centri commerciali e altro. Ma a ben vedere, secondo me, questo repertorio è pur sempre socialmente determinato a seconda dei gruppi di appartenenza e di fattori direi "generazionali". Certo adesso c'è chi fotografa e condivide anche le proprie piccole-grandi sventure (la bolletta da pagare, la multa, la gamba fratturata) o i propri stati di emotività (felicità e tristezze copiosamente dispensate in immagine), ma a ben vedere lo si fa per cercare solidarietà e consenso, attirare attenzione subitanea o per far sorridere. E non credo poi che tutto questo venga fatto con totale inconsapevolezza, anzi,  la fotografia anche nei suoi usi sociali e colloquiali più "vernacolari" ha quasi sempre a che fare con la propaganda personale o di gruppo, o se vogliamo essere cool diciamo col personal and social branding / bragging. Insomma con le nuove tecnologie i limiti del fotografabile tendono a coincidere con quelli etici, sociali e culturali del condivisibile e questi ultimi resistono con differenti margini di elasticità per ognuno di noi in base alla propria cultura, appartenenza sociale e generazionale, ma anche a seconda della propria soglia di pudore. "Limiti" di appartenenza, cultura ed etica che sarebbe oltremodo interessante indagare. La via è indicata!