lunedì 6 gennaio 2014

Il mistero del rullino ritrovato: l'analogico fra culto e archeologia


Sandro Bini, da "Lo Schermo dell'Ombra" (1995-1998)

Di questi ultimi giorni ritrovamenti di rullini fotografici nei ghiacci e in altri luoghi ameni. La fotografia analogica tuttora praticata da tanti appassionati, nostalgici e meno, per motivi etici ed estetici interessanti da dibattere, diventa improvvisamente archeologia con novelli Indiana Jones che partono in missione per ritrovare il Santo Gral del Fotografico: il rullino scattato e mai sviluppato, oggetto culto per una (ri)scoperta del mistero dell’Immagine Latente ai tempi del digitale. Improvvisamente il suo ritrovamento in cantina o in un cassetto diventa una moda. Come mai questo rinnovato interesse archeologico per la fotografia ai sali d’argento? Come mai il ritrovamento di un rullo diventa notizia? Sarebbe interessante interrogarsi su cosa nasconda questo passaggio dell’analogico dalla storia alla preistoria della fotografia digitale: strategie di mercato per un suo imminente ritorno, o la consacrazione anticipata della sua definitiva fine?